Dott.ssa Laura Marchi

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale Pisa e provincia

Tag: DOC

DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DA RELAZIONE: QUANDO LA RELAZIONE DIVENTA UN’OSSESSIONE

“I dubbi dell’amore” cantava Fiorella Mannoia in una sua celebre canzone, dubbi che caratterizzano i pazienti che soffrono di Disturbo Ossessivo-Compulsivo da Relazione o Relationship Obsessive-Compulsive Disorder (ROCD) nella dicitura inglese. Tale disturbo presenta aspetti di sovrapposizione con le altre tipologia di disturbo ossessivo e altri specifici. Le ossessioni nel DOC da relazione sono dubbi ricorrenti e vissuti con profonda ansia e sofferenza sulla relazione, sui sentimenti provati nei confronti del partner e/o sui difetti percepiti sulle caratteristiche fisiche, mentali e/o morali del partner. Il paziente si chiede continuamente se è davvero innamorato/a del partner, se la relazione è quella giusta o se sia meglio chiuderla, se chiudendo la relazione la rimpiangerà poi per tutta la vita e così via. Esistono due tipologie che possono sovrapporsi nella stessa persona: in un caso le ossessioni sono centrate sulla relazione e sui sentimenti provati, (relationship-centered) nell’altro sulle caratteristiche del partner (partner-focused). Le ossessioni possono assumere la forma di pensieri del tipo ‘E’ la persona giusta per me?‘, di immagini sul partner o possono anche assumere la forma di impulsi (ad esempio, l’impulso di lasciare il partner) e sono fonte di ansia che il paziente cerca di alleviare ricorrendo a compulsioni come monitoraggio dei sentimenti e dei pensieri sul partner e sulla relazione ricorrendo non all’ascolto dei propri sentimenti ma a criteri esterni (es. quantità di tempo trascorso con il partner e di quello trascorso con altre persone come misura di amore), confronti con altri potenziali partner, ricerca di rassicurazioni, neutralizzazioni (tentativo di annullare le ossessioni riportando alla mente ricordi o immagini o pensieri positivi del partner e della relazione), evitamenti di tutte le situazioni che attivano le ossessioni (coppie considerate felici, film d’amore, e così via). L’effetto delle compulsioni è quello di alleviare l’ansia solo nel breve periodo e di mantenere e rafforzare il meccanismo ossessivo nel lungo periodo. Il soggetto cerca risposte ai suoi dubbi attraverso tentativi di soluzione (compulsioni) che non solo sono fallimentari ma addirittura peggiorano la sintomatologia aumentando i dubbi, le tensioni relazionali con il partner e gli evitamenti generali che finiscono per ridurre la qualità di vita. ‘Lo/la amo?’, ‘Sto bene con lui/lei?’, ‘Lui/lei mi ama davvero?’, ‘E’ la relazione giusta per me?‘ sono le classiche domande. Spesso i sintomi insorgono in concomitanza con la richiesta di un maggior impegno relazionale (matrimonio, convivenza, scelta di avere un figlio) che il soggetto ossessivo vive con un senso ipertrofico di responsabilità e bisogno assoluto di certezze che lo portano inevitabilmente a restare imprigionato nei dubbi senza lasciarsi veramente andare nella relazione e quindi disimpegnandosi sempre più e interpretando questo aspetto come segno della non adeguatezza della relazione piuttosto che effetto delle ossessioni.

La maggior parte dei pazienti sperimenta sintomi ossessivo-compulsivi da relazione durante la relazione stessa, ma in alcuni casi i sintomi si presentano dopo la fine della relazione e sono centrati sulla preoccupazione costante di aver perso la persona giusta. Alla base del disturbo sono presenti credenze amorose estreme (“se amassi davvero il mio partner dovrei pensarlo sempre”) e catastrofizzazioni (“non sarò mai felice se resto in una relazione di cui non sono sicura”, “se lascio la persona giusta, me ne pentirò per tutta la vita”).

Da quello che indicano le ricerche scientifiche uno stile di attaccamento insicuro, una maggiore vulnerabilità nel dominio relazionale e un’elevata conflittualità nella famiglia di origine sembrano essere fattori predisponenti il disturbo.

Terapia del DOC da relazione

 La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento di elezione per questo disturbo. E’ importante fare una buona psicoeducazione e identificare e mettere in discussione pensieri e credenze disfunzionali. Come in altri disturbi ossessivi è necessario affrontare aspetti centrali come il perfezionismo, l’eccessiva importanza attribuita ai pensieri e l’intolleranza dell’incertezza. Esperimenti ed esposizioni a situazioni evitate (es.film d’amore) o attraverso scritti riguardo gli scenari temuti (es. matrimonio) vengono proposti nel corso del trattamento. 


Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo

 

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è un disturbo psichiatrico caratterizzato, come suggerisce il nome stesso, da ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini, impulsi, fantasie vissuti dal soggetto come pericolosi, inaccettabili, peccaminosi, sconvenienti e pertanto generatori di ansia/disgusto e di comportamenti compulsivi, mentali o materiali, che il soggetto si sente costretto a mettere in atto per tranquillizzarsi. Nella maggioranza dei casi, i soggetti con DOC presentano sia ossessioni che compulsioni, sebbene queste possano non essere evidenti all’esterno e pertanto definite “covert” (contare mentalmente, pregare, ripetere formule), ma in una percentuale di soggetti possono essere presenti solo ossessioni , definite ossessioni pure, o solo compulsioni, sia mentali, sia materiali (controllare, lavarsi/lavare, ordinare, ecc). Le compulsioni, messe in atto in risposta al disagio provocato dalle ossessioni, mantengono e rinforzano la sintomatologia ossessiva.

Esistono diverse forme di DOC e le persone potrebbero sperimentarne più di una contemporaneamente o in momenti diversi della vita. Le diverse tipologie di DOC, sebbene possano distinguersi per il contenuto delle ossessioni, condividono la

Le persone che soffrono di DOC possono temere di contaminarsi con oggetti sporchi/disgustosi o germi che spesso viene gestito con frequenti lavaggi, temere di provocare danni a se stessi ma soprattutto a terze persone che porta spesso a controlli ripetuti, temere di perdere il controllo dei propri impulsi diventando aggressivi, blasfemi, perversi, violenti, avere dubbi sui sentimenti provati nei confronti del partner e sull’adeguatezza della loro relazione, sul loro orientamento sessuale, non poter fare a meno di ordinare e sistemare gli oggetti secondo un ordine e una disposizione stabilita, considerata “giusta/ben fatta”.

Il trattamento del DOC

Il gold standard treatment per il DOC, ovvero il trattamento considerato più efficace e indicato dagli organismi scientifici internazionali è la terapia cognitive-comportamentale, la quale integra tecniche comportamentali, come l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) e dalla ristrutturazione cognitiva. Nel primo caso il terapeuta cerca di portare il paziente, in modo molto graduale e rispettando i tempi e il grado di tollerabilità del paziente, a esporsi a ciò che procura ansia e/o disgusto astenendosi, o almeno posticipando, la messa in atto delle compulsioni. In questo modo, ripetendo l’esposizione si verificherà la riduzione dell’ansia/disgusto fino ad arrivare all’estinzione. Ad esempio, persona con sintomi ossessivi legati ai germi viene esposta allo stimolo ansiogeno e viene invitata a sforzarsi di non mettere in atto il suo rituale di lavaggio, aspettando che l’ansia svanisca spontaneamente. Gli interventi cognitivi sono necessari per modificare certe credenze e pensieri irrazionali che sono particolarmente presenti in persone affette da DOC, come un senso di responsabilità ipertrofico, l’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, la convinzione di poter controllare i propri pensieri. In alcuni casi è possibile affiancare al trattamento psicoterapeutico una terapia farmacologica, soprattutto nei casi in cui la depressione secondaria al DOC o il rimuginio ossessivo sono di intensità tali da rendere difficile il lavoro terapeutico stesso. I farmaci più largamente usati per la cura di questo disturbo sono gli antidepressivi triciclici, in particolare la Clomipramina (Anafranil) e, in epoche più recenti, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), i quali si associano a una minor presenza di effetti collaterali. A volte le due classi di farmaci vengono somministrate in combinazione, altre volte vengono scelte altre categorie farmacologiche, come  i neurolettici di ultima generazione, quali Zyprexa (Olanzapina), il Seroquel (Quietapina), Risperdal (Risperidone).

 

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