Sta sempre più crescendo l’interesse pubblico e mediatico verso stili di vita salutari, corrette abitudini alimentari, che sono utili per migliorare il benessere e contrastare l’obesità, sempre più diffusa in Italia anche in infanzia e adolescenza. Accanto a una corretta informazione scientifica, esistono anche contenuti mediatici lanciati da celebrità o presunti esperti che invitano a diete prive di latticini, glutine, carboidrati, ecc. che possono influenzare in modo negativo le abitudini alimentari delle persone e quindi destano preoccupazione.
Sta crescendo sempre più l’interesse verso una vera e propria condizione patologica, sebbene non sia inserita nelle diagnosi del DSM-5 (APA, 2013) e dell’ICD-11, che è l’ortoressia, una condizione caratterizzata da un’ossessione per il cibo sano, pulito, decontaminato, biologico, che porta a isolamento sociale, sensi di colpa, ansia e frustrazione se per qualche ragione il soggetto è impossibilitato a cibarsi dei cibi prescelti. La rigidità che caratterizza le scelta alimentare di questi soggetti comporta l’investimento di una grande quantità di tempo per pianificare e preparare i pasti, sensi di colpa se si mangia in modo “non salutare”, evitamento di pasti fuori casa, esclusione di molti cibi che può portare anche a malnutrizione per difetto. Rispetto alle diagnosi ufficiali dei disturbi alimentari (Bulimia, Anoressia, BED), l’ortoressia nervosa sembra essere più equamente distribuita tra uomini e donne. Inoltre, a differenza di altri DCA, ad essere centrale in questa malattia è la qualità del cibo e non tanto la quantità, lo scopo non è tanto la magrezza, ma la purezza del cibo e la propria salute fisica. Le preoccupazioni per la forma del corpo sono meno prominenti. Condivide con l’AN e con il disturbo ossessivo-compulsivo, l’ansia e il perfezionismo. Questo ultimo aspetto rappresenta un fattore di rischio per l’ortoressia dal momento che, se per seguire una dieta salutare è necessario avere auto-controllo, la persona perfezionista adotterà regole molto rigide, che caratterizzano i soggetti ortoressici.
Anche l’ansia è considerata un fattore di rischio per l’ortoressia nervosa, dal momento che i soggetti affetti hanno preoccupazioni intense sulla propria salute fisica e sono terrorizzati all’idea di consumare cibo poco salutare. L’ansia per la salute è stato ipotizzato come un fattore correlato e predittivo dell’ortoressia nervosa (Kiss-Leizer et al., 2019; Tóth‐Király et al., 2020). In questo senso i sintomi ortoressici potrebbero essere concettualizzati come meccanismi di coping per l’eccessiva preoccupazione per lo sviluppo di malattie. Sembra essere pertanto presente una relazione tra ansia per la salute, perfezionismo e ortoressia.
Data la gravità della condizione è fondamentale richiedere aiuto ad un professionista esperto di disturbi alimentari qualora ci sia il sospetto di soffrire di questa malattia che può deteriorare la salute fisica, aspetto centrale in questi soggetti, a causa della mancanza di nutrienti e dell’esclusione di molti cibi fondamentali dalla dieta. Inoltre la relazionalità è spesso limitata se non evitata totalmente a causa della difficoltà ad adattarsi flessibilmente a mangiare cibi diversi da quelli considerati “sani”. Al momento attuale la terapia cognitivo-comportamentale per i DCA è il golden standard.