L’International Association for the Study of Pain (IASP, 1979) definisce il dolore come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associate a danno tissutale in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. Come si evince dalla definizione dell’ IASP, il dolore è il prodotto di due componenti, la componente percettiva (o nocicezione) che consente la ricezione e il trasporto al SNC di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo e quella esperienziale (del tutto privata e soggettiva) che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione dolorosa. In questa seconda componente entrano in gioco fattori emozionali, cognitivi, socio-culturali e comportamentali che determineranno la reazione del tutto peculiare dell’individuo all’esperienza dolorosa stessa.
La fibromialgia è una malattia reumatica ad eziologia sconosciuta caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso e da altri sintomi a carico di numerosi organi e apparati. Si manifesta principalmente con le seguenti sensazioni:
- Iperalgesia, cioè percezione di dolore muscolare molto intenso anche rispetto a stimoli dolorosi lievi (es. vestiti aderenti) che, a seconda dei casi, può essere localizzato o diffuso in tutto il corpo.
- Rigidità generalizzata oppure localizzata al dorso o a livello lombare, soprattutto al risveglio, oppure dopo essere stati fermi nella stessa posizione (seduti o in piedi) per molto tempo.
- Stanchezza e affaticamento anche per minimi sforzi con ridotta resistenza alla fatica. Una specie di stanchezza che ricorda quella normalmente riferita in corso di influenza o in casi di mancanza di sonno.
- Disturbi del sonno: i muscoli, in continua tensione, non permettono di riposare in maniera adeguata; si manifestano frequenti risvegli notturni, la fase profonda del sonno (stadi 3 e 4 di sonno NREM) è disturbata e il sonno non è ristoratore, per cui il paziente al risveglio si sente affaticato come se non avesse dormito affatto.
Mal di testa, emicrania, vertigini, extrasistole, crampi, parestesie, formicolio o intorpidimento di mani, piedi, braccia o gambe, disturbi d’ansia e depressivi, difficoltà di concentrazione, di memoria, di ricordare parole o nomi (fenomeno chiamato ‘fibro fog’) sono le altre manifestazioni sintomatologiche più spesso associate alla fibromialgia.
Negli ultimi anni si stanno sviluppando sempre di più trattamenti mindfulness-based nella pratica clinica. La letteratura scientifica sembra evidenziare l’efficacia di programmi di gruppo di riduzione dello stress basati sulla mindfulness (MBSR) nella fibromialgia e nel dolore cronico. E’ stato osservato che la pratica della meditazione aiuta nel migliorare la qualità del sonno, l’ansia, il tono dell’umore e riduce l’impatto del dolore nella vita delle persone, aiutandole ad accettare l’esperienza dolorosa come realtà non eliminabile, ma con la quale è possibile convivere continuando a condurre una vita dignitosa. Anche il trattamento basato sull’Acceptance and Committment Therapy (ACT) per il dolore cronico può essere efficace nell’aiutare le persone con fibromialgia a modificare la relazione con il dolore, abbandonando ‘la lotta’ con esso e iniziando ad intraprendere azioni impegnate, in direzione di quello che è davvero importante e vitale per loro. Le abilità che vengono insegnate nei protocolli ACT sono quelle di mindfulness, accettazione e defusione. L’idea è quella di imparare a guardare al proprio dolore, piuttosto che vedere il mondo attraverso di esso.
Per chi volesse approfondire suggerisco la lettura del libro ‘Vivere con la fibromialgia’ che potete trovare su questo sito